I primi cereali per la colazione mattutina furono messi a punto da William Keith Kellogg nel 1894 negli USA, quando perfezionò il processo per produrre fiocchi di mais tostati e croccanti. I chicchi di mais cotti a vapore venivano pressati con rulli e poi tostati al forno. Da allora i mitici fiocchi di mais sono divenuti i capostipiti di un intero filone di prodotti. Non solo mais, ma altri
Fattori che abbassano la valutazione
Impiego di aromi (non naturali) per migliorare il gusto.
Impiego di oli/grassi vegetali generici.
Assenza dell’etichetta nutrizionale.
Calorie superiori a 340 kcal/100 g.
Impiego di grassi e oli vegetali idrogenati, margarina, additivi nocivi.

Il mercato

Rischio salutistico della categoria: medio.
L’offerta di cereali per la prima colazione è veramente notevole e aumenta sempre più. Purtroppo, sfruttando l’equazione “colazione con cereali”=”salute”, molti produttori non fanno altro che rendere i cereali sempre più simili a veri e propri biscotti, con contenuti calorici molto alti e quindi con un contenuto di fibre minore. Questo è il trucco da cui il consumatore deve difendersi. Se cerca un prodotto appetibile tanto vale orientarsi ai migliori biscotti.
Sono pertanto da premiare le aziende che hanno il coraggio di offrire prodotti veramente ipocalorici, anche se un po’ spartani per chi è abituato a cereali “arricchiti”. Sfortunatamente la categoria dei cereali per la prima colazione presenta molti prodotti dubbi (e talvolta anche molto calorici), alcuni addirittura con oli vegetali idrogenati. Vi sono poi prodotti “pensati per la linea”; in realtà si illude il consumatore di avere a disposizione molte fibre e poche calorie, ma così non è! Troviamo infine proposte con olio vegetale generico e altre con ingredienti genuini ma prive di indicazioni nutrizionali.
NOTA – Le maggiori aziende hanno nel loro catalogo prodotti buoni e prodotti discutibili, per cui non fidatevi del marchio, ma leggete l’etichetta nutrizionale!
Leggere con attenzione le etichette nutrizionali – Forse perché derivano dalla tradizione anglosassone, o forse perché indirizzati a un pubblico più attento all’alimentazione, tutti i cereali per la prima colazione abbondano di informazioni nutrizionali. A volte però sono così dettagliate da generare anche un po’ di confusione. Per esempio, molti fanno distinzione nell’apporto tra carboidrati in zuccheri e amidi, un dettaglio poco rilevante visto la dose limitata che si fa di questi prodotti e una distinzione un po’ superata. Lo stesso dicasi della differenza tra grassi saturi e insaturi, derivante da una visione un po’ arretrata dei dettami nutrizionali. Anche l’elenco delle vitamine e dei minerali può confondere, in quanto spesso sono riportate le percentuali rispetto alle dosi giornaliere consigliate dalla CE che sono decisamente molto al di sotto di un’integrazione significativa. Risulta quindi facile trovare percentuali dell’ordine del 100% o 150% delle dosi consigliate che potrebbero far pensare erroneamente a una super integrazione quando in realtà le dosi aggiunte sono molto limitate. Altra fonte di confusione è la presenza di una seconda colonna che riporta l’apporto energetico per X grammi del prodotto (generalmente dai 30 ai 40 g) con una tazza standard di latte (125 ml). Peccato che a volte i dati si riferiscano al latte totalmente scremato, a volte a quello parzialmente scremato. Occorre quindi leggere con attenzione per evitare di fare confronti errati tra i vari prodotti.
Sono più sani dei biscotti? – Rispetto a molti biscotti contenenti margarina o grassi vegetali idrogenati e no, sicuramente sì, ma non si devono mitizzare nei confronti dei migliori biscotti sul mercato. Infatti sono sempre prodotti da forno (vedasi problema dell’acrilamide). L’aurea di salubrità che li circonda deriva anche dalle motivazioni con cui Kellogg li “inventò”: John Harvey Kellogg (un medico statunitense) inventò la famosa colazione a base di cereali e fiocchi d’avena per combattere il “vizio” della masturbazione che egli attribuiva al consumo di carne. Il fratello, William, migliorò il prodotto e con spirito molto meno puritano, ma più commerciale, lo rese celebre in tutto il mondo. I cereali come avena e riso o la sola componente di fibra di frumento hanno dato vita a prodotti molto diversi tra loro. Oggi sul mercato moderno l’offerta dei cereali per la prima colazione è tra le più variegate disponibili, paragonabile per varietà e differenze tra un prodotto e l’altro solo agli yogurt e ai biscotti. La tradizione tipicamente anglosassone di consumare latte e cereali ha preso piede da qualche anno anche in Italia, non solo per una semplice imitazione di una moda alimentare, ma anche per gli indubbi benefici che comporta: i cereali immersi nel latte sono una colazione veloce, saziante e che consente di recuperare la consuetudine di consumare il latte al mattino.
Invece di accompagnare il latte con biscotti (decisamente meno sazianti dei cereali e spesso molto più calorici) o con il pane (poco appetibile) la scelta dei cereali consente una colazione varia (si possono scegliere due o tre gusti diversi) e, con una scelta opportuna dei prodotti, anche ipocalorica, ma con un apporto di carboidrati e fibre ottimale. Ma come orientarsi tra la miriade di prodotti? Ecco alcune considerazioni di base.
Apporto calorico – L’impiego dei corn flakes in sostituzione dei biscotti dovrebbe essere giustificato solo dall’alto apporto di fibre. Se l’apporto di fibre è alto il contenuto calorico non può che essere basso. Tenendo conto che l’apporto energetico dei cereali di base si aggira intorno alle 350 kcal/100 g, è possibile avere prodotti meno calorici variando la percentuale dei cereali e aggiungendo altri ingredienti, come fibra alimentare, frutta, crusca o grazie a processi particolari di soffiatura (anche le fibre apportano 2 kcal/g contro il doppio circa dei carboidrati). In sostanza un vero cereale per la prima colazione dovrebbe avere meno di 340 kcal/100 g. Se invece il prodotto supera le 340 kcal/100 g non è che un biscotto travestito da cereale per la prima colazione. Quindi: evitate di utilizzare biscotti travestiti da corn flakes- Aggiunte ingiustificateNel tentativo di attirare il maggior numero di consumatori, molti prodotti aggiungono ingredienti molto calorici allo scopo di rendere più appetibile il prodotto, ma di fatto così facendo si ottengono dei veri e propri dolci. Le aggiunte più comuni sono lo zucchero, la frutta secca, il cioccolato. L’assenza di zucchero aggiunto non garantisce necessariamente un prodotto ipocalorico, in quanto anche i carboidrati dei cereali apportano comunque un buon apporto energetico.
Le offerte di qualche anno fa evitavano l’aggiunta di additivi come coloranti o grassi (oli vegetali, magari idrogenati), in quanto la sola tostatura e un buon processo di produzione sono sufficienti per una buona qualità e conservazione del prodotto; oggi purtroppo per dare maggior appetibilità (e catturare anche l’attenzione dei più piccoli) ciò non è più vero ed è quindi sempre consigliabile leggere attentamente l’elenco degli ingredienti. Infatti abbiamo trovato diversi prodotti con oli vegetali idrogenati.
Aggiunta di vitamine e micronutrienti – Spesso indirizzati ai bambini, esistono cereali con aggiunte di vitamine (generalmente del gruppo B per la crescita) e minerali. Mentre per le vitamine le dosi sono generalmente abbastanza basse, alcuni prodotti presentano quantità significative per integrazione di ferro e calcio. La presenza di complessi di vitamine e minerali di per sé non è un fattore discriminante per la scelta dei cereali, in quanto l’integrazione vitaminica risulta spesso comunque limitata o insufficiente e andrebbe comunque valutata in base alle esigenze del soggetto. Un discorso analogo vale anche per la presenza di fibre: può variare da pochi grammi a 10-15 g o più a seconda degli ingredienti. Non è detto che maggiore è il contenuto di fibra, migliore sia il prodotto.

FONTE albanesi.it