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Solstizio d’estate in cucina, fra tortelli alle erbette e nocino

Cos’è il solstizio d’estate

Il 21 giugno è il giorno durante il quale il sole raggiunge il punto più alto rispetto all’orizzonte, con conseguente numero massimo di ore di luce possibili fino al tramonto. A determinare questo fenomeno (a cui si legano anche gli equinozi e il solstizio d’inverno) è la posizione della Terra nel suo moto intorno al sole. Quest’ultimo, infatti, sta fermo sui nostri cieli mentre la Terra gli gira attorno, ruotando contemporaneamente su se stessa. Ecco perché ogni mattina vediamo sorgere il sole all’orizzonte, attraversare la porzione di cielo visibile sopra le nostre teste e infine toccare nuovamente la linea dell’orizzonte quando arriva sera.

Erbe miracolose e falò

Nella tradizione popolare, col solstizio d’estate si celebra innanzitutto la potenza della luce ed è per tale ragione che il fuoco è da sempre uno degli elementi più comuni nelle tante tradizioni europee intorno a questa data. Da molte parti, infatti, si tratta di una ricorrenza celebrata con falò propiziatori e purificatori, durante i quali vengono bruciate erbe aromatiche dai poteri miracolosi. Poteri che diventano evidenti durante la notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno, strettamente legata al solstizio d’estate. Non a caso, le erbette sono uno degli ingredienti più importanti per i tortelli che si preparano in Emilia, nel parmense principalmente, proprio per celebrare il santo e l’inizio dell’estate.

Tortellini ducali

Secondo le credenze del passato, la rugiada che si forma durante la notte di San Giovanni (che con l’avvento del cristianesimo ha preso il posto del solstizio d’estate nelle tradizionali celebrazioni) avrebbe dei poteri magici su diverse varietà di erbe. Dal prezzemolo, che bollito e messo in infusione sarebbe in grado di preservare da invidia, stregoneria e malocchio, al tarassaco, utile contro i malanni. Nell’antico Ducato, ancora oggi, San Giovanni si festeggia mangiando tortellini alle erbette raccolte proprio durante la notte più prodigiosa dell’anno secondo i contadini del passato. In particolare si usano le coste, una varietà di bietola con la quale farcire tortelli fatti in casa insieme a parmigiano reggiano, noce moscata e ricotta.

Non solo erbe

Sempre secondo la tradizione, quella di San Giovanni è anche la notte del nocino, liquore preparato con frutti raccolti prima della mezzanotte, così da poter beneficiare dell’influsso benefico della preziosa rugiada. Importante, però, è seguire il solito rituale: a raccogliere le noci, in numero dispari, devono essere donne a piedi nudi e il taglio non va fatto con una lama di metallo, ma con legno duro. Legno rigorosamente non di noce. Oltre alle erbe, infine, a beneficiare della rugiada benefica del solstizio d’estate sarebbero anche le lumache. Nel centro Italia (in particolare Lazio e Molise) San Giovanni infatti si celebra mangiando lumache, da preparare insieme a pomodori da sugo, aglio, acciughe e peperoncino e servite con pane tostato e una spolverata di pepe.

 

Cucina Italiana