Pesche e albicocche favoriscono la tintarella, l’anguria è ipocalorica e afrodisiaca, le susine mantengono giovani e proteggono dalle malattie.

Pesche e albicocche: consigliate per favorire l’abbronzatura

Il merito è del beta-carotene, un fitonutriente di colore rosso/giallo/arancio che il nostro organismo trasforma in vitamina A ed essenziale per la salute della pelle, della vista e per il regolare sviluppo delle ossa. Il beta-carotene riduce il rischio di scottature dovute all’esposizione solare ma non protegge la pelle dai raggi UV pertanto, se è utile incrementare il consumo di pesche e albicocche almeno un mese prima della partenza, non va tralasciato l’uso di una buona crema solare protettiva.

Contengono la luteina e la zeaxantina che fungono da protezione solare per gli occhi; le due sostanze filtrano le radiazioni solari come se fossero occhiali da sole e proteggono le cellule nervose dai danni causati dalla luce.

Sono piene di vitamine A, C, gruppo B e sali minerali ma le pesche hanno un contenuto calorico più basso: per ogni 100 grammi di prodotto, apportano 39 kcal a fronte di 48 kcal delle albicocche.

Anguria: il frutto rinfrescante, ipocalorico e afrodisiaco.

Il 95% di acqua presente nell’anguria è utile per mantenersi idratati d’estate; i sali minerali (soprattutto fosforo, magnesio, potassio) contribuiscono a reintegrare quelli persi per effetto della sudorazione.

E’ ipocalorica (30 kcal ogni 100 grammi) e quindi ideale per non ingrassare, apporta vitamine, soprattutto la C, beta-carotene e licopene, antiossidante contenuto anche nei pomodori.

Una curiosità sull’anguria è la sua funzione afrodisiaca dovuta alla citrullina, un amminoacido che mantiene elastiche le pareti delle arterie influendo positivamente sulla pressione sanguigna e sulla disfunzione erettile. Adesso che lo sapete, potete riempire i frigoriferi del goloso cocomero.

I semi dell’anguria fanno bene alla salute quindi se siete abituati a scartarli, sarebbe meglio ripensarci. Ricchi di minerali e acidi grassi (soprattutto Omega 6), influiscono sul corretto funzionamento del sistema cardiocircolatorio; il contenuto di fibra, invece, ha effetti positivi sull’apparato digerente. Tuttavia è consigliabile non esagerare con il consumo perchè, soprattutto se masticati, possono provocare diarrea, stipsi e nei casi più gravi appendicite.

Le susine e il loro contributo al sistema immunitario.

Il termine susina si riferisce al frutto fresco, mentre “prugna” è quello essiccato ma la differenza non è solo etimologica. Susine e prugne hanno diverse proprietà nutrizionali, 100 grammi di susine apportano circa 46 kcal ma quando il frutto subisce l’essiccazione o eliminazione di parte dell’acqua, tutte le sostanze nutritive (compresi gli zuccheri) si concentrano e anche il contenuto calorico è più elevato a parità di peso.

Il colore viola rivela la presenza degli antociani, potenti antiossidanti utilissimi per il corretto funzionamento del sistema immunitario, delle ossa e per la regolare formazione di collagene. La presenza di minerali come magnesio, calcio e fosforo, rende le susine adatte nei casi di spossatezza frequente nella bella stagione. Ottimo anche il loro contenuto di vitamine A, C e del gruppo B, uno degli aspetti da tenere in considerazione è l’alto contenuto di fibre che dona loro un effetto lassativo ed è per questo che è meglio non abusarne.

Ora che abbiamo indicato i pro e i contri di questi 4 frutti estivi, siete pronti ad una buona macedonia?