Se c’è familiarità, il consumo durante i 9 mesi di attesa
e l’allattamento favorisce l’intolleranza nel bambino

MILANO – Scott Sicherer, pediatra al Food Allergy Institute del Mount Sinai Hospital di New York, mette subito le mani avanti: «I dati che ho raccolto vanno confermati, le noccioline per ora non devono essere vietate alle donne in gravidanza». Con questo Sicherer getta acqua sul fuoco della sua scoperta, secondo cui le future mamme che consumano arachidi durante l’attesa metterebbero a rischio di allergia i loro figli.

DATI PRELIMINARI – I dati, pubblicati sul Journal of Allergy and Clinical Immunology , sono stati raccolti da Sicherer su 503 bambini dai tre ai quindici mesi con probabili allergie al latte e all’uovo o con eczema e test allergici positivi al latte e all’uovo, tutti fattori associati a una maggior probabilità di sviluppare anche un’allergia alle noccioline americane (che nessuno dei piccoli però aveva al momento dell’ingresso nello studio). Il pediatra ha fatto i test allergici sul sangue, scoprendo che 140 bimbi risultavano positivi e con una forte sensibilità alle noccioline. Incrociando questi dati con il consumo di noccioline la gravidanza, la correlazione è apparsa consistente: l’allergia è più probabile nei figli delle mamme che mangiano abitualmente arachidi durante l’attesa. Precisazione indispensabile: si tratta di sottolinea il pediatra statunitense, non ci sono comunque motivi per eliminare le noccioline dalla dieta.

FAMILIARITÀ – La questione tuttavia, almeno negli Stati Uniti, è discussa da tempo: nel 2000 l’American Academy of Pediatrics raccomandò alle donne con una familiarità per allergie di non mangiare noccioline durante la gravidanza e l’allattamento. Otto anni dopo la raccomandazione è stata revocata, perché non parevano esistere evidenze scientifiche a sostegno di questa misura cautelativa. Ora i dati del pediatra americano riaccendono il dibattito, mentre anche il Consortium of Food Allergy Research ha appena ricevuto poco meno di 30 milioni di dollari dei National Institutes of Health per condurre uno studio più ampio sui fattori di rischio coinvolti nello sviluppo dell’allergia a noccioline, latte, uova. «L’allergia alle arachidi è seria, di solito non scompare e in alcuni casi può essere perfino fatale. Sembra peraltro in continuo aumento, per cui ulteriori ricerche sono necessarie per capire come ridurne il rischio – spiega Scott Sicherer -. Se i nostri dati saranno confermati, avremmo trovato un buon metodo per diminuire la probabilità di allergia nei bambini a rischio. Però servono altri studi: noi infatti abbiamo raccolto i dati chiedendo alle madri di riferire il loro consumo di noccioline in gravidanza, perciò potrebbero esserci errori dovuti alla difficoltà di ricordare l’effettivo comportamento alimentare. Inoltre, i dati dimostrano un maggior rischio di positività ai test allergici che potrebbe non essere automaticamente segno di allergia di grado severo. Per ora, quindi, non ci sono informazioni sufficienti per raccomandare alle future mamme con familiarità per allergie di evitare le noccioline in gravidanza, anche se i dati sembrano accumularsi in questa direzione e un po’ di prudenza sarebbe consigliabile».

Elena Meli