bilaciQuante volte vi è capitato di salire sulla bilancia e cacciare un urlo? Di disperarvi perché il pantalone o la gonna sono sempre più stretti? Ok, ci avete provato a fare una dieta . Magari suggerita da un’amica, dalla tv, scaricata da internet.. Avete provato e riprovato tante volte, ma nulla, il sovrappeso sembra proprio una maledizione che vi accompagna per la vita, il peso scende, poi risale (effetto yo-yo), alla fine l’odiosa ciccia sta sempre li, tra maniglie dell’amore e coulotte de cheval, a ricordarvi che solo annusare un dolce o una patatina è reato, gravemente punito con sensi di colpa e frustrazione crescente.

In questo articolo non vi parlerò delle cause ormonali e delle abitudini alimentari che favoriscono sovrappeso, cellulite e obesità, perché ne parlano in tanti, ormai da tempo. Parole come grassi saturi, eccesso di calorie, sedentarietà, insulino-resistenza, stress, ipercortisolemia, ipotiroidismo, di sicuro vi sono familiari, le avrete già sentite o lette da qualche parte. Mi preme invece scrivere, su alcuni errori che fanno molti soggetti e che sono spesso causa di fallimento di un percorso dimagrante; più in generale sono causa del fallimento dell’acquisizione di nuove abitudini di stile di vita sano, poiché è bene ricordare che nell’accezione classica del termine la parola “dieta” è intesa come “stile di vita”, per dimagrire si deve  “cambiare il modo di vivere e di alimentarsi”, ciò avviene solo se si opera un cambiamento del mondo di pensare per operare scelte alimentari e di vita corrette, adeguate e consapevoli, cambiando il “significato” stesso che si attribuisce alla parola dieta, al corpo, all’immagine che lo specchio riflette e alla propria salute.

I miei pazienti sanno bene di cosa parlo, quando dico che non è un foglio di carta con su scritto cosa mangiare che darà loro l’ambita linea e salute, poiché se fosse così,  non girerebbero da anni dietologi e nutrizionisti, collezionando fogli di diete senza ottenere spesso uno straccio di risultato duraturo. L’effetto Yo-yo, in cui il peso oscilla su e giù, può innescare meccanismi di resistenza al dimagrimento difficili da debellare, esporre a rischi cardiovascolari, incrementare ansia, depressione, frustrazione, sensi di colpa, inettitudine e via dicendo. In altri termini, divenire concausa importante di obesità, di disturbi alimentari e dell’umore, sempre più frequenti nella nostra società.

Ma perché la maggior parte dei soggetti che iniziano una dieta non riescono a portarla a termine con successo? Uno studio condotto dal team del Prof. Richard Wiseman della Hertfordshire University ha analizzato 3000 persone che tentavano di raggiungere un range di propositi (inclusi perdere peso, andare in palestra, smettere di fumare e bere meno). All’inizio dello studio il 52% dei partecipanti era sicuro che avrebbe realizzato i suoi obiettivi, ma un anno dopo solo il 12% li aveva raggiunti. Questo studio evidenzia il perché molte persone falliscono e cosa possono fare per raggiungere i loro obiettivi. Sono infatti emerse grandi differenze sull’approccio più adatto per uomini e donne.

Gli uomini ottengono risultati migliori quando si impegnano a fissarsi degli obiettivi (es. invece di provare a perdere peso in generale, puntano a perdere una 1 kg ogni settimana) o si focalizzano sui premi associati al raggiungimento dei loro obiettivi (es. essere più attraenti per le donne). Le donne hanno più successo quando raccontano ai loro amici e familiari i loro propositi o sono incoraggiate a essere particolarmente resilienti, a non arrendersi e ritornare alle vecchie abitudini (es. se l’obiettivo è la dieta e in un momento di debolezza si cade in un’abbuffata di dolci, è meglio vederla come una temporanea battuta d’arresto piuttosto che come un fallimento).
Vediamo in sintesi i 3 errori più comuni da evitare quando ci si mette a dieta.

1) Troppi propositi.
Spesso le persone fanno l’errore di provare a raggiungere una lista enorme di propositi. Occorre  scegliere un solo obiettivo alla volta e concentrare le energie su quello invece di darsi un numero infinito di obiettivi.

2) Scelta di un “falso”obiettivo oppure di un obiettivo troppo vago.
Molte persone non centrano l’obiettivo, vanno dal nutrizionista chiedendo subito la dieta dimagrante, che nemmeno proveranno a fare, sono convinte di voler perdere peso e grasso, ma è una falsa convinzione, poiché di fatto dimagrire è ciò che non vogliono ottenere. Può sembrare assurdo quanto scritto, ma non lo è affatto. Di conseguenza per non dimagrire innescano meccanismi consci e inconsci di “sabotaggio” di tutti i tentativi messi in campo per stare a dieta e perdere peso. Altre persone, invece, hanno obiettivi troppo vaghi, li definiscono in termini troppo generici ad es., “voglio perdere peso”,  “voglio iniziare a mangiare sano”. Invece di selezionare un obiettivo così astratto e ambiguo, occorre focalizzarsi su qualcosa di più concreto che si può realisticamente avere intenzione di fare. Per esempio invece di dire “voglio perdere peso”, si può dire “voglio perdere una taglia entro 1 mese”. Scegliere un obiettivo concreto e raggiungibile dandosi la possibilità di pianificare le azioni da fare per raggiungerlo significa ridurre il fallimento.

3) Mancata pianificazione delle azioni.
Pianificare è una parte essenziale per raggiungere qualsiasi obiettivo. Gli esperti suggerisco che si deve dedicare un po’ di tempo a pianificare come fare per raggiungere l’obiettivo. Si puoi iniziare scrivendolo, poi fare una lista delle azioni da mettere in atto per raggiungerlo e annotare gli ostacoli che si possono incontrare, insieme alle azioni per bypassare questi ultimi. Non si può pensare, ad esempio, di andare all’estero senza pianificare il viaggio, una nota pubblicità recitava un tempo “Turisti fai da te?…. hai, hai, hai”. Agli obiettivi prefissati andrà assegnata una priorità e scadenza da rispettare.

Come imparare quindi a identificare il giusto obiettivo, pianificare le azioni per raggiungerlo e abbattere gli ostacoli durante il percorso dimagrante? Ci si può rivolgere a un nutrizionista esperto in counseling nutrizionale e relazione d’aiuto, in caso di patologie psichiatriche, ansia e depressione, è bene che sia supportato da un medico psicoterapeuta, sia per la diagnosi medica che per la scelta del percorso terapeutico più idoneo al paziente.

fonte :redazione informasalus.it